Dedichiamo i nostri vini a chi ama ogni istante, celebra le occasioni speciali ma sceglie di essere felice oggi.
A ridosso delle colline terrazzate, nella D.O.C. Friuli Colli Orientali vengono coltivate moltissime varietà di vini, le più conosciute sono sicuramente quelle dei grandi bianchi, ma non dobbiamo dimenticare i vitigni dei rossi, che oltre i grandi classici come il Merlot e il Cabernet Sauvignon riservano piacevoli sorprese locali.
Se fosse un libro sarebbe Mr Gwyn di Alessandro Baricco. Fa un po’ il difficile in vigna e in cantina, ma, dopo una lunga maturazione in barrique, il Pignolo sa raccontare il Friuli dei Colli Orientali con un tocco di inattesa magia e conquista anche le quattro viti della Guidae Vitae 2023.
La maggior parte dei vini rossi friulani presenta un carattere importante e si prestano bene all’affinamento in legno come nel caso del Pignolo. Il Pignolo, avendo di base un gusto molto deciso e scontroso, si presta bene (per non dire che obbliga) chi lo vinifica a fare un lungo passaggio in barrique proprio per limare questo suo lato grezzo. La fase di affinamento in botte varia e parte da un minimo di quattro anni; dopo questo riposo a contatto con il legno, il nostro vino non perde la sua importanza ma smussa molto il suo carattere e acquista note speziate e componenti sapide.
Un altro vino della nostra terra che necessita del passaggio in legno è sicuramente lo Schioppettino: in questo caso il processo di affinamento dura di meno, circa 12 mesi, e solo una percentuale del vino, precedentemente affinato in inox, passa nella barrique francese per poi ricongiungersi con la parte restante. Questo vino si caratterizza per il gusto speziato e le forti note di pepe nero e chiodi di garofano che non nascondono un retrogusto di frutti di bosco.
Tra i barricati della nostra cantina troviamo anche l’unica eccezione tra i vini in purezza: il Rîul. questo vino ispirato al taglio bordolese si presenta con 60% Merlot, 20% Cabernet Sauvignon ed in fine 20% di Refosco dal Peduncolo Rosso. Il suo gusto rotondo e ben bilanciato riesce a farsi apprezzare da tutti. Una volta assemblato, passa nelle botti per 36 mesi prima in barrique e poi in tonneaux.
Un altro vino rosso del Friuli-Venezia Giulia è sicuramente il Refosco dal Peduncolo Rosso, il quale al contrario degli altri vini rossi friulani famosi, ha un affinamento in inox di 12 mesi. Questo vitigno ha origini antichissime e anche un po' misteriose: sappiamo per certo che fa parte della famiglia delle uve selvatiche e che era già diffuso in epoca romana. A testimonianza di ciò troviamo persino una citazione di Plinio il vecchio nella sua Naturalis Historia. Ovviamente nel testo lo troviamo con il nome originario: “Racimulus fuscus”, da cui è derivato poi “ràp fosc” che nella parlata volgare significa “grappolo scuro”. Al di là dell’intrigante storia del nome siamo certi che sia uno dei migliori vini rossi friulani, in quanto veniva utilizzato come merce di scambio preziosa anche al tempo della Repubblica di Venezia, come ci racconta Casanova nei suoi scritti.
Come anticipato, tra i filari delle nostre terre troviamo anche altri vitigni rossi di origine francese, considerati alla pari dei vini autoctoni friulani; stiamo parlando del Merlot e del Cabernet Sauvignon, i quali sono arrivati dalle nostre parti nel XVIII° secolo. Pensa che sono talmente integrati nella nostra cultura che ormai il Merlot viene considerato quasi un sinonimo di vino rosso; è di fatto il vitigno rosso più piantato in regione.
Il Cabernet Sauvignon ha trovato nel nostro terreno un habitat ideale in quanto ricco di materia minerale e fossile, che dona al vino risultati qualitativamente interessanti. Nonostante ciò, le coltivazioni di Cabernet Sauvignon nella nostra regione sono di gran lunga inferiori a quelle del Merlot: circa 38 ettari contro 221.