Fino a pochi decenni fa, chi metteva piede in Friuli doveva farsi un’idea abbastanza curiosa dei suoi abitanti. Se chiedeva a un friulano come stava, la risposta, anche se in cuor suo esplodeva di gioia, generalmente era «Avonde ben», che nella nostra lingua significa “abbastanza bene”.
Cos’è cambiato rispetto ad allora? Nulla, siamo sempre così, abituati a spendere la felicità un po’ alla volta, perché è un bene prezioso di cui avere molta cura, che siamo un tantino timorosi di perdere per strada.
Forse avrai già sentito dire che il Friuli è stato ed è crocevia di popoli, e che i suoi abitanti hanno subito invasioni, sottomissioni e dominazioni. Beh, non siamo i soli ad aver affrontato periodi complicati, ma forse, rispetto ad altri, abbiamo mantenuto una certa diffidenza verso il forestiero.
Dicono però anche che, una volta conquistata la nostra fiducia, nessuno te la porti via. Insomma, ci teniamo a poter contare su belle persone con cui condividere bei momenti.
Il fatto di essere geograficamente al centro di un via vai di popoli ha contribuito a far incontrare storie, conoscenze e tradizioni di culture diverse quali la neolatina, la slava e la germanica, che oggi sono presenti anche nel modo in cui produciamo i nostri vini. Ci riempie di gioia il pensiero che una delle nostre bottiglie, dove c’è tanto della nostra anima, possa essere stappata da una persona all’altro capo del globo.
Il lavoro per noi è un valore assoluto, che però spesso ci portiamo appresso anche dove non dovremmo. A tavola, per esempio. Per noi casa, lavoro e famiglia è un tutt’uno. Ci piace parlare poco o, come ci piace dire, il giusto, e ridiamo più in compagnia di un ospite che tra familiari.
Siamo gente semplice e, in cuor nostro, sorridiamo al pensiero di far parte di una grande bellezza che appartiene a tutti, e che ci sia un pezzettino di natura, le nostre colline, di cui ci possiamo prenderci cura.
Noi Ermacora viviamo da sempre in collina. A chi ci chiede «Perché in collina?» rispondiamo con un invito a visitare con noi i boschi, le strade e i vigneti che seguono i pendii che ci circondano.
Coltivare in collina per certi versi è più impegnativo che farlo in campagna. Ma ci dà l’opportunità di impiegare il nostro istinto millenario a resistere, ricostruire e migliorare continuamente ciò che facciamo. Qui, il concetto di terroir calza a pennello; l’idea che terra, frutti e l’opera delle persone siano un’unica cosa è forse il pensiero che meglio esprime la Piccola Patria chiamata Friuli.
Spesso parliamo di vita e lavoro davanti al tai, alias bicchiere di vino, che per noi è un piacevole rito. La parola deriva dall’antica abitudine di “tagliare” vini di bassa gradazione con altri più corposi. Sebbene oggi al tai si sostituisca molte volte il più comune aperitivo e il vino servito sia di livello superiore, continua a rappresentare un modo per trascorrere del tempo in compagnia.
Siamo fieri di una cultura più incentrata sul fare che sul dire, sebbene ci capiti da darla per scontata. Amiamo il nostro piccolo pianeta e, quando siamo fuori regione o all’estero, può capitare che ci salga un magone a raccontare della nostra storia, della nostra cultura e della nostra gente.