Il Friulano è uno dei vini più conosciuti del Friuli Venezia Giulia, ma forse ancora non conosci la sua storia di contese e le sue intrinseche caratteristiche!
Il vino bianco friulano per eccellenza è l’ex Tocai, che è oggi noto ai più come Friulano o Tocai Friulano. Sì, si deve specificare come fa James Bond, e non perché è “cool” ma per una storia di controversie con i produttori ungheresi, che ha portato a una sentenza europea conclusasi con il cambio del nome sulle etichette del vino bianco Made in Friuli.
Le prime tracce di questo vino, che prende il nome dalla regione nord-orientale ungherese del Tokaj-Hegyalja risalgono al 1700: nel giro di due secoli la reputazione crebbe a tal punto da spingere i viticoltori a chiamare i loro vini alla stessa maniera, cosicché a inizio ‘900 ci si trovò con moltissimi omonimi in Italia da Alessandria fino al Veneto.
È anche vero però, che l’uva del vitigno friulano denominato Tocai, ha altrettante testimonianze sia storiche, che risalgono fino al 1200 - in particolare tra gli archivi dei patriarchi di Venezia - sia a livello geografico, “Toccai” è il nome di un torrente che scorre da Mossa a Capriva del Friuli.
Oltre a ciò, leggenda vuole che sia stato Bertoldo IV di Andechs-Merania, patriarca di Aquileia, vissuto a cavallo tra il XII e il XIII secolo, a portare come regalo al sovrano ungherese Bela IV, alcune piante del discusso Tocai.
Sappiamo per certo, invece, che nella prima metà del 600, la nobile famiglia goriziana Formentin, mandò in sposa a un conte ungherese, la figlia Aurora, la quale ebbe una ricca dote che includeva ben 300 barbatelle di vite.
Oltre che dal Furmint, che pare tragga il nome proprio dalla nobildonna friulana, il Tokaj ungherese, è composto anche da Hárslevelü, Muscat Lunel e Orémus.
Questa composizione non ha nulla a che vedere con il ceppo del Tocai friulano che, secondo studi condotti negli anni ‘70 presso Conegliano, risulta derivare dal Sauvignon, e più precisamente dal Sauvignonasse.
Questa pianta era in passato molto diffusa nella regione del Bordeaux e venne introdotta in Friuli verosimilmente a metà dell’Ottocento, nel momento in cui si cominciò a coltivare i vitigni francesi nella regione.
Dall’uva del Friulano, si ricava un vino bianco dal colore giallo paglierino, ben strutturato, profumato e fruttato con una piacevole acidità e una sapidità equilibrata.
In particolare, le caratteristiche del Tocai Friulano Ermacora sono:
in bocca si avverte un sapore asciutto e rotondo che richiama la mela, la pera e la pesca bianca: si nota infatti una freschezza e una mineralità equilibrata. La sua gradazione che si aggira tra i 13 e 13,5 gradi alcolici varia a seconda delle annate.
Questo vino bianco friulano tiene testa anche a carni bianche come tacchino o pollo. Il matrimonio perfetto lo si ottiene tuttavia gustandolo con un’altra eccellenza del nostro territorio: il prosciutto crudo S. Daniele D.O.P.
Altri accostamenti regionali possono riuscire bene anche con il frico croccante, i tipici cjarsons carnici - una sorta di raviolone agrodolce -, con i molluschi della laguna locale e con il brodetto di pesce alla gradese.
Essendo un vino che pulisce bene la bocca è particolarmente adatto anche alle fritture di pesce e verdure e ai fiori cucinati in pastella.
Che lo vogliate chiamare Tocai o Friulano la sostanza rimarrà sempre la stessa perché come diceva Shakespeare “Ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserva sempre il suo profumo”, e nel caso del vino bianco del Friuli possiamo dire che si tratti proprio di un ottimo profumo!